Ho stretto la mano a Stefan Sagmeister. L'ho guardato dritto negli occhi, ci siamo sorrisi un poco e chiaccherato 1 minuto. O meglio lui chiaccherava ed io trattenevo il respiro balbettando frasi in inglese che nessun uomo ha mai sentito. Incontrare il proprio mito vivente, vedere che è un essere umano pensante, gentile e disponibile, capire che è ancora più grande e onesto è l'emozione più grande che abbia mai provato come graphic designer.
A torino il Word Design Capital ormai macina eventi a pieno ritmo: quello organizzato da Bombay Sapphire Inspirational Design Happenings ieri sera alla Piscina Monumentale è e rimarrà per me un'esperienza unica. A bordo piscina, con il suo completo nero alto, snello ed il suo accento austriaco Sagmeister ha lasciato un segno indelebile nella mia percezione di graphic design. Una ricerca continua, un pensiero acuto, un'attenzione particolare al processo creativo lo rende per me in assoluto l'essere umano più interessante del pianeta.
In una maniera semplice e concisa, condita da pochi ma piacevoli aneddoti, ha presentato gran parte dei suoi ultimi progetti la maggior parte dei quali raccolti nel suo ultimo libro
"Things I have learned in my life so far" . La parte più significativa del lavoro è la continua ricerca di materiale espressivo in cui le frasi da lui raccolte negli anni nel suo diario diventano a tutti gli effetti materia viva. Il video realizzato da Curtis Hillman esplora proprio questo tipo di approccio (é un pò pesante ma ne vale la pena).
Oltre alla continua ricerca espressiva ciò che ho maggiormente apprezzato è il progetto di visual identity per la Casa da Musica in Porto. Per sua stessa ammissione non voleva partire dall'architettura dell'edificio, tuttavia si è reso conto che prescindere da questa era impossibile. Così i differenti prospetti sono diventati il logo stesso della corporate, diventatndo sei differenti logo declinati in tutta la loro potenza attraverso un uso geniale dei colori (presi direttamente dai quadri e dalle immagini dei musicisti) e dalle foto del personale che ci lavora. in questo modo il biglietto da visita di ciascuno appartiene in maniera totale al nome che vi è stampato sopra.
Per il resto non posso che sorridere intimamente per aver avuto la fortuna ed il coraggio (grazie ad ilaria e piero) di presentarmi e chiedergli di firmarmi il libro "How to be a graphic designer without losing your soul" di cui ha scritto la prefazioneche inizia così:
" I love being a desinger. I love thinking about ideas freely and observing them taking shape; I love working concentradly on a project all day, losign myself in the work, and, even after having been involved in this field for almost twenty years, I still love getting a piece back from the printer (if it turned out well)."
Sagmeister is my master!